Perchè The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood non è solo un romanzo femminista
Nolite te bastardes carborundorum. Non lasciare che i bastardi ti schiaccino, c’era scritto su molti cartelli portati dalle donne alla Women’s March su Washington all’indomani della cerimonia ufficiale di insediamento di Donald Trump. La frase non è stata inventata lì per lì ma è una citazione da uno dei romanzi più belli pubblicati negli ultimi decenni, Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale) di Margaret Atwood.
Un long seller che ha venduto dagli anni ’80, quando è stato pubblicato, in avanti milioni di copie e continua a farlo, tradotto in decine di lingue (in Italia da Mondadori e da Ponte delle Grazie).
In un futuro non molto lontano le fonti di ricchezza e di conflitto per l’umanità non saranno né l’acqua né il petrolio ma la capacità procreativa delle donne. La Terra è messa in ginocchio dalle guerre, dall’inquinamento, e dalle nascite azzerate. Nell’America del Nord un potere feroce e tirannico, la Repubblica di Gilead, governa con il pugno di ferro e ha schiavizzato le donne in età fertile, utilizzate al solo scopo di procreare, mentre le altre vengono eliminate. Le Ancelle appartengono in tutto e per tutto, a iniziare dal loro nome, ai loro padroni, i Comandanti, che reggono le sorti della Repubblica. Difred (Offred in inglese), la protagonista e voce narrante, accetta passivamente, terrorizzata dalle conseguenze, le attenzioni particolari del Comandante Fred, al quale è stata assegnata, che oltrepassa i limiti imposti dai teologi di Gilead che applicano alla lettera i precetti biblici della Genesi, e per tale motivo verrà punito.
Difred teme soprattutto di non poter più rivedere la figlia, che le è stata sottratta e data in adozione e, appreso della sterilità di Fred, si rivolge a Nick, con cui intrattiene una relazione, per farsi inseminare, ma le cose sembrano non andare per il giusto vero… Solo alla fine scopriremo che qualche tempo dopo qualcuno ha ritrovato il suo diario, che Difred è riuscita a fuggire e che Gilead sarà sconfitta.
Il romanzo della Atwood non è, però, una favola ma il ritratto implacabile e terribile dei totalitarismi di ogni epoca, fomentati dal fondamentalismo religioso, e una denuncia impietosa del secolare dominio maschile, anticipando temi che intersecano la libertà femminile e il corpo delle donne, destinati a diventare cruciali negli anni successivi. Temi che hanno scatenato all’epoca un pesante ostracismo e diverse polemiche, destinate a rinverdirsi in questi mesi con l’uscita su Hulu, una piattaforma streaming, della serie Tv che ne è stata tratta (ci aveva provato al cinema già Volker Schlondorff) che sceglie di porsi nel solco del romanzo già nel titolo e nella estrema fedeltà al testo e al suo spirito, oltre ad omaggiare la scrittrice canadese con un cammeo.
L’angoscia di un mondo avviato verso la catastrofe si specchia nella disperazione delle donne di Gilead, ridotte a puro apparato riproduttivo, schiave sessuali senza più identità né passato e un futuro incatenato al proprio destino di madri. Alla fine è Difred a vincere. E’ lei a mantenere vivo il fuoco della sua memoria, è lei a scrivere la sua storia e quella delle sue sorelle, confidando che qualcuno un giorno possa trovarla e renderla pubblica. La sua testimonianza diventa così un atto di speranza, nel genere umano e nel suo futuro.
A chi le chiede se Il racconto dell’ancella è un romanzo “femminista” la scrittrice risponde:
Margaret Atwood in realtà nel tessere la trama della storia di Difred si è allontanata man mano anche dai sentieri della distopia per entrare nel labirinto del nostro presente, scegliendo di raccontare solo ciò che il genere umano ha commesso <<da qualche parte nel mondo e in qualche periodo della storia>. La riduzione in schiavitù delle donne praticata a Gilead non è un ricordo del passato, così come il razzismo, le deportazioni e gli stermini di intere popolazioni esercitati massivamente in questo stato di polizia che ricorda l’impero sovietico o la DDR e le loro propaggini contemporanee.
(Nelle immagini alcuni frame dalla serie Tv The Handmaid’s Tale)