Marco Petrus, sguardi incrociati e architetture urbane
Una sequenza di finestre, porte, strade, squarci urbani, che a un certo punto diventano pure geometrie, corpi solidi, strati su strati di volumi e forme, piramidi in precario equilibrio. C’è chi l’ha paragonato a Hopper, chi a Morandi. Ma le fonti di ispirazione per Marco Petrus sono molteplici, comprendono le geometrie rigorose e deformate di Escher, le ardite prospettive rinascimentali e le architetture immersive dei videogames, espressionismo e neoavanguardie.
Una sorta di viaggio nel paesaggio urbano contemporaneo, tra torri e grattacieli, palazzine liberty ed enormi alveari residenziali, tra stazioni ferroviarie, cortili oscuri, periferie spettrali. Siamo a Milano, Roma, Praga, come potremmo essere a Los Angeles o Miami. Marco Petrus, negli anni ha condiviso con il pubblico il suo atlas obscurus delle architetture urbane, componendo pezzo dopo pezzo il puzzle di una città ideale, enigmatica e a tratti spiazzante. Luogo mitico e specchio di un presente inquietante, fatto di forme pendule o sovrapposte, minacciose e destabilizzanti.
Un intrico di cemento da cui l’uomo sembra essere stato bandito, uniche protagoniste le strutture stilizzate, sottoposte a un profondo processo di astrazione e raffreddamento che elude il flusso dell’esistenza, quasi a volerne restituire l’intrinseca purezza.
Fuori dal dibattito che negli anni passati ha avuto per oggetto non luoghi e le città invisibili di calviniana memoria, Petrus si concentra sulla metropoli e il suo skyline, paradigma di una contemporaneità frammentata e alla perenne ricerca di un suo equilibrio e allo stesso tempo di un tentativo di resistere a ibridismi e melting pot, cercando di ritessere la trama lacerata di un territorio attraverso una progettualità che ne scompone e ricompone le parti.
Una antologica dell’artista riminese, uno dei più affermati nel panorama nazionale e non solo, sarà proposta dal Marca di Catanzaro a partire dal prossimo 12 maggio, grazie a una selezione, curata da Elena Pontiggia, di 35 opere datate dal 2003 al 2017, accompagnate da un catalogo con saggi della stessa Pontiggia, Dulio, Cataluccio, Bonuomo, Irace.