Il retrogusto inquietante della scienze secondo il Nobel Ishiguro

Una grande casa immersa nella campagna inglese. Qui vivono e studiano Kathy, Ruth e Tommy insieme ad altri ragazzi e ai loro tutori. Non hanno un passato e, lo scopriranno poco per volta, neanche un futuro. Quale futuro possono avere del resto dei donatori, cloni della razza umana, pezzi di ricambio pronti a sostituire quelli resi inservibile dalle malattie? Cose da usare e buttare. “Degli oggetti indistinti in una provetta per i test”, buoni a rifornire la scienza medica. Ma anche esseri che provano amore, passioni, amicizia, rabbia, paura, dolore. Che hanno un cuore. E un’anima.

 

Siamo negli anni ’80, una guerra (nucleare?) ha devastato il pianeta, le malattie incurabili si sono moltiplicate diventando un’emergenza, ma la scienza ha trovato un rimedio coltivando in laboratorio zaodao1schiere di donatori, puri materiali organici buoni ad assicurare una possibilità di fuga dalla sofferenza e dalla morte.

Gli studenti di Hailsham, così si chiama il collegio, sono il frutto di un nuovo esperimento: dimostrare che i donatori sono capaci di pensare e sentire. Ma tornare indietro non è più possibile. “Come si può chiedere a un mondo che è arrivato a considerare il cancro come una malattia curabile…di accantonare la cura, di tornare nell’età infelice dell’impossibilità?”. Hailsham verrà chiusa e i suo studenti lasciati al loro destino di morte.

Non lasciarmi (Never let me go) é uno dei romanzi più famosi (anche grazie alla riduzione cinematografica) di Kazuo Ishiguro, nato a Nagasaki ma inglese d’adozione, Nobel per la letteratura nel 2017. Un romanzo di formazione che riflette sull’ amore e l’amicizia e sulle magnifiche e progressive sorti della scienza che rivelano sempre un altro lato, un risvolto dal sapore acidulo e inquietante. Quello di Ishiguro tuttavia è il racconto non di una società distopica ma di un day after non lontano. Dopo la pecora Dolly, la scienza ha continuato a clonare animali, fino ad arrivare, è notizia di pochi giorni fa, a riprodurre due macachi, la specie più vicina a quella umana.

Lo scrittore si fa carico di un dibattito complesso e incandescente sui profili scientifici ed etici della riproduzione di esseri viventi per sollevare il velo sul nostro presente, su una società fragile, in preda a una crisi di nervi, incapace di riflettere su se stessa, sul nostro modo di stare al mondo, sulle nostre paure, sui nostri egoismi.

I donatori sono figli del desiderio prometeico di catturare il fuoco degli Dei, di conquistare il saperezaodao3 che rende liberi dal circuito eterno della vita e della morte. Sono mostri che ci fanno paura, perché è la nostra immagine riflessa nello specchio. Chi ha creato Hailsham lo sa e cerca di addomesticare i demoni, di restituire un ritratto migliore di noi stessi, salvo non osservare meglio dentro la cornice e, come Dorian Gray, trovarci a fissare il nostro vero volto, non quello sempre giovane e bello assicurato da creme, diete super-proteiche e dal bisturi del chirurgo estetico, ma l’altro segnato dalla vita e dal tempo.

Un mondo nuovo si sta avvicinando a grandi passi, un mondo più scientifico, più efficiente. Un mondo dal quale la malattia e la sofferenza sono bandite. Un mondo splendido. Eppure duro e crudele. Cinico e privo di memoria. A salvarlo, forse, sarà una bambina, riproduzione in vitro di un’ altra donna, che balla ad occhi chiusi, seguendo la melodia di una vecchia canzone, Darling, hold me, hold me, hold me. And never, never, never let me go…

(Le illustrazioni sono firmate da Zao Dao, giovane artista cinese che fonde la millenaria tradizione artistica della sua terra con il fumetto, protagonista di Bologna Childrens Fair 2018)

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30. marzo 2018 by Anna Puleo
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