Democrazia senza fini, bioeconomia e religione alla Scuola di Filosofia di Roccella Jonica

Dal 19 luglio si parla di Mezzi e fini a Roccella Jonica nella 6a edizione della Scuola Estiva di Alta Formazione in Filosofia Giorgio Colli, diretta da Giuseppe Cantarano. Cinque giorni di incontri, dibattiti e seminari organizzati dall’Associazione culturale Scholè e dedicati a un tema che impegna da sempre il pensiero filosofico, analizzato in tutte le sue declinazioni, oggi sempre più sfaccettate e complesse, da Remo Bodei, Salvatore Natoli, Alessandra Mallamo, Gianni Vattimo, Laura Bazzicalupo.

Non un festival tradizionale ma uno spazio partecipato, condiviso e autogestito che punta sulla scommessa di un pensiero libero di muoversi e di sperimentarsi fuori da circuiti –e cortocircuiti- ufficiali, che nasce e si alimenta dalla e nella periferia dell’Impero, delle aporie e delle contraddizioni di una terra in cui due millenni fa’ si sono sviluppate la cultura umanistica e scientifica e la filosofia.

Non è casuale la scelta di confrontarsi su un argomento-chiave del pensiero occidentale, oggi radicalmente trasformato dalla riconfigurazione dei rapporti tra i due termini del discorso, in politica come in altri ambiti.

roccella filosofiaParliamo di democrazia sapendo che usiamo una parola che si presta alla menzogna” scrive Gustavo Zagrebelsky a proposito dell’ambiguità del concetto di democrazia, concetto ‘milleusi’ in grado di piegarsi e adattarsi a qualsiasi esigenza, in realtà contenitore privo di contenuti e di fini, mezzo esso stesso per autoalimentarsi. Di fronte, si apre un campo ancora tutto da arare, quello delle possibilità, in cui al fine si sostituisce una pluralità di fini, tutti percorribili.

Un discorso che assume un particolare valenza in campo economico, dal momento in cui il denaro ha completamente invaso le nostre vite a tal punto da essere diventato esso stesso un fine “che crea il valore e che continuamente si afferma e si manifesta”.

E allora il tema portante di questa edizione della Scuola diventa tanto più importante in quanto consente di sciogliere i molteplici nodi del nostro presente, dalle dinamiche di potere che intrecciano politica ed economia alla riflessione circa le nostre capacità di pensiero e di azione. Perché, se la razionalità nel pensiero Occidentale è essenzialmente strumentale in quanto piegata al raggiungimento di uno scopo determinato, i valori fuoriescono dallo schema mezzi-fini introducendo a uno spazio libero dal dominio della razionalità e che, senza negare quest’ultima, indica come essa sia parziale, “solo “in mezzo”, come a metà di un cammino che ha bisogno di un altrove” come spiega Gianni Vattimo.

Ne parleranno nei prossimi giorni Remo Bodei, Giuseppe Cantarano, Salvatore Natoli, Geminello Preterossi, che si confrontano in apertura su La democrazia ai tempi della globalizzazione, mentre Remo Bodei e Salvatore Natoli si soffermano sui rapporti tra mezzi e fini e tra democrazia e virtù civili.

Attualissima, alla luce delle ultime vicende che vedono protagonista la Grecia, l’analisi del legame credito-debito all’interno del quadro dei rapporti di potere così come dei perversi legami con la religione in tutte le sue proteiforme applicazioni, percorsa da Laura Bazzicalupo, Marianna Esposito e Angelo Nizza nel Seminario dedicato a Mario Alcaro il 22 luglio.

Scuola di filosofia roccella 2Bioeconomia e teologia economica sono le nuove categorie invocate dalla sovranità del potere economico globale, che impone di ripensare i modelli della politica moderna al pari di quelli economici, a iniziare dalla coppia debito-credito, che da un’accezione tecnica e giuridica è passato ad acquisire un autonomo rilievo concettuale, aprendo la strada ad inedite più capillari tecniche di (bio)potere.

Fin dalla sua fase aurorale il capitalismo si è presentato come il modello sociale in grado di realizzare sul piano dei fenomeni empirici tutte le potenzialità della natura umana. Basti richiamare la definizione della merce che dà valore alle merci, cioè la forza-lavoro, enunciata da Marx nel Libro I de Il Capitale, in cui l’autore sottolinea che in gioco vi è il complesso delle capacità fisiche e intellettuali che contraddistinguono un corpo umano: proprio oggi questa definizione sembra conseguire la sua verità se è vero che sempre più il capitale mobilita non solo la mano dell’operaio ma anche le più generiche doti del suo intelletto come l’attitudine all’apprendimento, il linguaggio, la memoria, l’immaginazione, la conoscenza. Il capitalismo è il sistema compiuto, in cui l’eterno entra nella storia e vi risiede per sempre: vi è un finalismo intrinseco al sistema capitalista che arresta il divenire, che dà l’illusione dell’impossibilità del mutamento e della trasformazione. L’economia del debito si colloca perfettamente in questo quadro, perché il capitalismo contemporaneo ha prodotto una forma del debito che sembra escludere la possibilità di essere rimborsato. In questa ottica, riprendendo le osservazioni di Benjamin (1985) sul capitalismo come culto senza espiazione di peccato, non c’è redenzione dal torto di essere debitore: la fiducia, dal lato del creditore, muta in errore e attribuzione di colpa nei confronti dell’individuo indebitato.

Tanti gli argomenti che verranno affrontati, con l’aiuto di Aristotele, Althusser, Hanna Arendt e Foucault, provando a intrecciare i fili di un discorso pubblico oggi sempre più sfilacciato.

 

Rinvio al sito http://www.filosofiaroccella.it dove è possibile trovare oltre al Programma, materiali, indicazioni bibliografiche e sitografiche e molto altro ancora.

 

 

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17. luglio 2015 by Anna Puleo
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