Dear Hamlet menzione speciale al Maggio dei Libri 2016

Dear Hamlet, il progetto di lettura di Amleto che sto portando avanti in questi mesi con i detenuti della Casa Circondariale di Catanzaro ha ottenuto una menzione speciale al Maggio dei Libri 2016. Nato come contributo alle celebrazioni shakespeariane, il progetto è cresciuto settimana dopo settimana, dando senso e sostanza alle attività e alle relazioni all’interno del gruppo.

In questi mesi abbiamo letto insieme Amleto, accolto le risonanze che si irradiavano dentro di noi, cercando man mano altre eco, appigli, frammenti.

amleto-gerusalemme-2E’ stato bello esplorare il testo del Bardo, scoprire giorno dopo giorno come esso continui, quattro secoli dopo, a interrogarci, ad aprire varchi, a destare la curiosità di tutti, compreso chi aveva accolto la proposta con diffidenza, a imporsi con prepotenza su reminiscenze scolastiche e luoghi comuni inveterati.

Se lo guardi senza filtri, in Amleto c’è tutto: la grandezza del male e la legge del sangue, la cecità umana, lo scacco di una realtà ostile e crudele, la vocazione ad auto-recluderci nella gabbia dorata delle nostre ossessioni, la malinconica consapevolezza di essere semplici ingranaggi di una ruota che si muove inesorabile, l’amore e la morte, il conflitto generazionale.

Un testo luminoso e incandescente che colpisce ogni volta nelle viscere, vibra di sonorità ricchissime, evoca immagini sepolte in profondità. Le abbiamo esplorate insieme ripercorrendo le letture che della tragedia hanno dato l’arte, il teatro, la psicoanalisi, la filosofia, la letteratura, il cinema, consapevoli che un personaggio è sempre il frutto dell’incontro tra il suo autore e gli sguardi del lettore/interprete. Laurence Olivier presta ad Amleto fisicità e potenza quanto Innokentij Michajlovič Smoktunovskij, in Gamlet,offre una lettura intima e riflessiva, Kenneth Branagh traspone la storia qualche secolo dopo per raccontare un’epoca morente e i lampi che si affacciano all’orizzonte della nuova era, Michael Almereyda, insieme a Etan Hawke ambienta il testo ai nostri tempi, con una chiara metafora di vizi e virtù contemporanei.

09_amleto-a-gerusalemmecolor_mg_2306Chiunque esso sia, Amleto rappresenta ciascuno di noi, con le sue fragilità, l’incapacità di accettare la realtà e di riconoscerne in noi le sue manifestazioni.

…noi tutti esseri umani rientriamo nel disegno; che il mondo intero è un’opera d’arte; che noi siamo parte di quell’opera d’arte. L’Amleto, o un quartetto di Beethoven, è la verità su questa massa immane che chiamiamo mondo. Ma non esiste nessuno Shakespeare, nessun Beethoven; sicuramente e decisamente non esiste nessun Dio; noi siamo le parole, noi siamo la musica; noi siamo la realtà. (Virginia Woolf, Immagini del passato, Momenti di..)

 (Le immagini sono tratte dallo spettacolo Amleto a Gerusalemme, di Marco Paolini e Gabriele Vacis)

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24. novembre 2016 by Anna Puleo
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